domingo, 16 de septiembre de 2012

la poesia de alda merini












In un tempo che non conosciamo l'anima comincia a vivere di luce propria e diventa  il nostro angelo custode.
Fin da quando il bambino impara a camminare, la madre lo avvia verso la propria solitudine e il figlio comincerà ad andare avanti senza capire né dove arriverà né dove sono i confini della sua vita e della sua morte.
Per capire il segreto della sua esistenza e per una grande paura interiore il bambino si affiancherà ai suoi simili e diventeranno dei grandi guerrieri contro la vita.
Essi non sanno che combattono la vita, ma comunque ciò che è sicuro è che hanno in mente la guerra.
La guerra appartiene a quel rancore assoluto che prova il bambino quando viene messo sulla strada di tutti, quando qualche bambino capirà che è stato meno felice degli altri e che ha avuto a volte dei genitori indegni.
Ma comunque ogni madre per quanto indegna ha insegnato al bambino la parola musica, sole, avvenire, mamma.
Per quanto ci si rammarichi o ci si addolori, il bambino, ovvero il figlio della natura, ha capito che la sua vera madre è la terra, è la vita, eppure la combatte come un giorno ha combattuto il seno della madre per venire alla luce.  La forza propulsiva di questa nascita è l'anima.
Col tempo il bambino diventato adulto prenderà coscienza della propria nudità e della propria bellezza e farà del suo corpo uno stelo di vita e soprattutto un richiamo di vita. Nascerà l'amore l'amore nasce nell'uomo dal grande desiderio di riposare le sue fatiche nel corpo di un altro guerriero che questa volta sarà la donna.
E non solo vorrà riposarsi ma vorrà penetrare questa grotta di silenzio e di affetto che è il corpo della donna, che è il corpo della sua genitrice.
Nascerà in lui la colpa della sua debolezza finché un giorno per colpa della vita o per un tradimento questa donna sparirà e l'uomo continuerà a credere nella presenza di qualcuno che non c'è più e comincerà a stringere tra le braccia la morte come se fosse la sua sola compagna.
Finché morirà di questa grande illusione nella sua piena vecchiaia, stanco di mente e di cuore, e riderà di questa sua grande follia di cui non si è mai accorto.



La pace che sgorga dal cuore
e a volte diventa sangue,
il tuo amore
che a volte mi tocca
e poi diventa tragedia
la morte qui sulle mie spalle,
come un bambino pieno di fame
che chiede luce e cammina.
Far camminare un bimbo è cosa semplice,
tremendo è portare gli uomini
verso la pace,
essi accontentano la morte
per ogni dove,
come fosse una bocca da sfamare.
Ma tu maestro che ascolti
i palpiti di tanti soldati,
sai che le bocche della morte
sono di cartapesta,
più sinuosi dei dolci
le labbra intoccabili
della donna che t'ama..



Ruba a qualcuno la tua forsennata stanchezza
o gemma che trapassi il suono
col tuo respiro l'ombra che sta ferma
di fronte ad un porto di paura
quel trascendere il mito
come se fosse forzatamente azzurro
o chi senza abbandono
che non sanno che il pianto dei poeti
è solo canto.
Canto rubato al vecchio del portone
rubato al remo del rematore
alla ruota dell'ultimo carro
o pianto di ginestra
dove fioriva l'amatore immoto.





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